Era il 20 luglio 1969………

Eccola la LUNA: bella, magica, inafferrabile e anche un po’ misteriosa……………
Quante poesie sono state scritte e quante canzoni le sono state dedicate………..
Quante volte nelle notti limpide soprattutto in estate siamo stati con gli amici con il naso all’insù ad ammirarla………….
Una “creatura” irraggiungibile……….. ma in quella grande notte del 20 luglio 1969 l’umo è riuscito a mettere il suo piede sul nostro satellite! Una notte lunga, che ha tenuto il mondo intero in sospeso davanti alla televisione ad aspettare il grande evento, erano le  02:56 UTC quanto finalmente uno dei tre astronauti, Neil Alden Armstrong, della missione spaziale Apollo 11 appoggiò il suo piede sulla LUNA.

Dopo cinquantanni, per ricordare l’evento la XXIV edizione del concorso “Il peso delle idee” del museo della Bilancia di Campogalliano  ha proprio come argomento: “VIAGGIO DALLA TERRA ALLA LUNA”. I miei alunni della 1B dell’istituto “G. Parini” di Lecco partecipano con questo lavoro: “LA LUNGA NOTTE DELL’ALLUNAGGIO”.

IL PROGETTO
L’insegnate di fisica ha proposto agli alunni di partecipare al concorso ed ha lanciano una domanda: “Cosa è successo il 20 luglio del 1969?”. Da qui è partita la discussione. In pochi sapevano rispondere alla domanda si è deciso di andare per le strade della città e fare delle interviste per scoprire se la gente comune ricorda questa data e cosa è successo. Sono state proposte 4 domande:

  1. Il 20 luglio 1969 c’è stato un evento molto importante e quest’anno ne ricorre il 50° anniversario. Sa dirmi di cosa si tratta?
  2. Si ricorda quali e quanti erano gli astronauti che hanno partecipato all’allunaggio?
  3. Sa dirmi qual era il nome della navicella con qui gli astronauti andarono della luna?
  4. Ci sono delle persone che affermano che l’uomo non sia mai andato sulla luna, lei appoggia quest’ipotesi?

I risultati sono stati raccolti su un padlet, sono stati studiati e realizzati dei grafici.
Gli alunni hanno poi iniziato a fare ricerca in rete sull’evento per documentarsi e con l’insegnate di lettera hanno letto il libro: “Quando la Luna ero io” di L. Garlando, questo è servito in modo particolare per realizzare l’intervista, immaginaria, con l’astronauta Neil Alden Armstrong.
Per osservare gli effetti della luna sulle cose, in particolare l’effetto della costante di gravità, con l’insegnate di fisica, in laboratorio d’informatica, gli studenti hanno lavorato con il simulatore PHET utilizzando la simulazione del pendolo.
Ma cosa realizzare come prodotto finale da inviare per la partecipazione al concorso? Ecco l’idea: immaginiamo una edizione straordinaria del telegiornale che ricorda l’evento dopo 50° anni.

Ecco il prodotto finale che ha fatto classificare la classe al 3° posto.

Il progetto ha coinvolto più discipline, la scheda del progetto

Le foto della premiazione

                

 

Le Coniche

Studiare, capire è come andare
in bicicletta: non si può
imparare stando fermi
.
 (H.S.M. Coxeter)

 Lo studio delle coniche ha origini antichissime e si è evoluto nel corso di vari secoli.
Sembra che il primo matematico ad occuparsi delle sezioni coniche sia stato Menecmo (375-325 a.C.), un matematico greco discepolo di Platone e di Eudosso e maestro di Alessandro Magno. Esse furono scoperte nel tentativo di risolvere con riga e compasso i tre famosi problemi di trisezione dell’angolo, duplicazione del cubo e quadratura del cerchio.   Di esse si sarebbero occupati anche Aristeo il Vecchio (contemporaneo di Euclide) e Euclide (360-300 a.C.) stesso, che sulle coniche scrisse ben 4 libri, ma dei loro studi su tale argomento non è rimasta traccia.
Una sistemazione completa e organica dal punto di vista teorico della loro trattazione fu data da Apollonio di Perge (200 a.C.), il quale, negli otto libri ‘Le coniche’,  espose la maggior parte delle proprietà tuttora note di quelle curve e propose i nomi di ellisse, parabola e iperbole, per indicarne le varie specie. Tali nomi traggono origine dal confronto di due grandezze caratteristiche di ciascuna curva. Ellisse vuol dire “mancanza”, iperbole significa “andare oltre”, e parabola, “mettere accanto”.
Pur interessante dal punto di vista matematico, lo studio delle coniche aveva scarsi interessi pratici e venne abbandonato. I risultati ottenuti da Apollonio per via sintetica, relativi alle proprietà delle coniche, verranno ripresi solo circa 1800 anni più tardi, grazie all’introduzione di nuovi metodi algebrici basati sulle coordinate cartesiane, ad opera di Cartesio e Fermat, che permisero di risolvere problemi e verificare proprietà in modo più semplice, anche se forse meno affascinante.
Le coniche si ritrovano anche in molti settori della matematica e della fisica: basta pensare a Galileo (moto di un proiettile), Cartesio, Keplero, Pascal, ed infine Newton che utilizzarono lo studio delle coniche applicato a scoperte scientifiche.
Un campo in cui le coniche rivestirono una notevole importanza fu l’arte, principalmente durante il Rinascimento e il Barocco. Nel Rinascimento le coniche (diverse dalla circonferenza) non sono più pure forme geometriche, ma si ritrovano nelle forme prospettiche di pittori e architetti.