Natale digitale 2020

Giovedì 17 dicembre 2020 a partire dalle ore 10.00 studentesse e studenti, docenti, animatori digitali, personale scolastico, dirigenti, famiglie, potranno seguire il “Natale digitale 2020”, in diretta streaming, collegandosi al seguente canale: https://vimeo.com/event/441717

Un’iniziativa che il Ministero dell’istruzione promuove per diffondere l’educazione digitale nelle scuole. Nel corso dell’iniziativa saranno collegate, in diretta, scuole del primo e del secondo ciclo, scuole in ospedale e in carcere, centri per l’educazione degli adulti, che proporranno attività didattiche ispirate al Natale e realizzate con le nuove tecnologie, come sfide di storytelling dedicate a Gianni Rodari, musiche natalizie digitali, animazioni e giochi interattivi, dolci natalizi prodotti con la cucina digitale. Alcuni testimoni di eccezione faranno, in diretta, gli auguri  a tutte le scuole.

Un evento a cui non si può mancare
Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale

Non ci sono scuse

Bisogna avere la mentalità aperta e pronta ad ogni sfida.

In questo momento storico non si può non insegnare utilizzando il computer, non si può non integrare la tecnologia disponibile in classe. E non è questione di avere 100 computer a disposizione. Bisogna iniziare e lavorare con le risorse disponibili.

E’ questione di passione didattica, di amore per quello che si fa insieme ai ragazzi, di voglia di condividere risorse e conoscenze.
Anche un ostacolo insormontabile  può diventare un ottimo punto di partenza, tutti i docenti possono riuscire ad integrare le tecnologie nella didattica.
L’unico limite all’uso delle tecnologie in classe è la scusa che ogni giorno l’insegnante si inventa per non farlo: non c’è tempo, non c’è il computer, non c’è internet…

La scuola deve poter contare sulle nuove tecnologie perchè permettono di migliorare la creatività, da sicuramente più significato alla professionaità del docente, è un arricchimento, non è una espropriazione.
Ii computer mettono a disposizione tantissimo materiale che va però interpretato e scelto, proprio per questo oggi bisogna sapere sempre di più il compito di in segnante  diventa anche quello di insegnare ai nostri allievi a sceglire e interpretare questi materiali.

Albert Einstein diceva:

“I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. Insieme sono una potenza che supera l’immaginazione.”  

…….qualche anno dopo Umberto Eco:

“Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.”

………passano gli anni:

Il sistema web è ricco e accogliente. il contenuto va rilasciato nel mare di internet prima o poi tornerà indietro in termini di attenzione, relazione,interesse
(PRIMA REGOLA WEB2.0)

La funzione del docente

In una scuola in continua evoluzione qual è la funzione del docente?

Una risposta a questa domanda la voglio trovare in questo brano preso da ” Lettera a un insegnante” di Vittorio Andreoli

” Ho un tale rispetto per l’insegnante da chiedere che la scuola gli permetta di esserlo a pieno titolo, che lo aiuti a diventare quel punto di riferimento per la vita dei giovani sempre alla ricerca di miti e di eroi che sovente sono sbiaditi, sciocchi e semmai illuminati dal faro del successo che in poco tempo si spegnerà.
Per insegnare deve imparare anche dai suoi allievi in una circolarità che fa di lui una figura viva dentro il variare della storia: una figura opposta a quella stereotipata, minimalista, di chi vuole ridurre  questo ruolo ad una funzione tecnica di comunicazione fredda, anche se precisa, di nozioni e di dati. Il tutto, invece, deve essere vitalizzato attorno all’allievo e alla classe come insieme di allievi.
Alla scuola spetta il compito di inserire l’allievo dentro la storia e dentro la cultura di un borgo, di una città, di una nazione e del mondo intero.
…. la scuola alleva, insegna a vivere, e la vita non è un’applicazione fredda di un programma, ma la capacità di conoscere le emozioni e i sentimenti e di sapersi realzionare con l’altro-da-se.
… è importante stabilire che la scuola insegna a vivere e dunque a vivere il tempo presente nel luogo dove la scuola si è impiantata ed esercita la propri attività.
Ogni contributo serve a vivere e anche quando si fa riferimento ad una materia apparentemente distaccata dalla vita quotidiana, si deve compiere uno sforzo per collegarla, per similitudine o divergenza,  con il tempo presente”

Convertire file .pps in file .ppt

Quante volte ci è capitato di trovare in rete una bellissima presentazione che ci può essere utile per una spiegazione ma, magari, andrebbe un po’ ritoccatata? Bisognerebbe aggiungere qualcosa, togliere qualche slide…….
purtroppo, però, è salvata in formato .pps, cioè una presentazione in PowerPoint  che parte istantaneamente all’apertura.

Sarà possibile cambiare il formato in .ppt?    Ebbene la cosa è più semplice di quanto sembra!!!

Ecco come fare:
aprite microsoft power point, solo il programma, andate su “file”, “apri” e selezionate il vostro file .pps ed eccolo lì: aperto e modificabile come se fosse un .ppt, a questo punto potete modificarlo e risalvarlo come .pps o cambiargli formato, basta andare in “salva con nome” e in “tipo file” salvare come “presentazione”.

Facile vero ☻

Vincenti – Perdenti

Le persone che negano l’esperienza di uno sbaglio sbaglio, sono più predisposte a sbagliare di nuovo; riconoscere serenamente e lealmente i propri sbagli, ci aiuta a ripartire con una marcia in più. Un fallimento si può trasformare in un momento di crescita, dove serenamnet mattiamo in discussione i nostri atteggiamenti verso la vita. Nella sconfitta scopriamo le vere amicizie, le persone che ci stanno comunque vicine e ci danno la loro solidarietà. La vita va presa come un gioco in cui ognuno trova le propeie opportunità.

Quando un vincente sbaglia, dice: ’’ho sbagliato’’.
Un perdente dice: non è stata colpa mia.
Un vincente attribuisce i suoi successi alla buona sorte, soprattutto quando non dipendono da essa. 
Un perdente attribuisce le sue sconfitte alla cattiva sorte, sopratutto quando questa non centra affatto.
Un vincente lavora piu sodo di un perdente, eppure dispone di più tempo. 
Un perdente ha sempre ’’troppo da fare’’ per stare dietro i suoi insuccessi.
Un vincente affronta i problemi, un perdente ci gira intorno.
Un vincente dice che gli dispiace e smette. 
Un perdente dice che gli dispiace, e rifà lo stesso errore.
Un vincente rispetta quelli che sono superiori a lui e cerca di imparare da loro.
Un perdente mostra risentimento verso quelli che sono superiori a lui e cerca di denigrarli.
Un vincente vede l’opportunità in ogni difficoltà. 
Un perdente vede la difficoltà In ogni opportunità. 

Onde Gravitazionali

L’11 febbraio 2016 nel corso di una conferenza stampa in contemporanea ai due lati dell’Atlantico, le collaborazioni LIGO (USA) e VIRGO (Francia – Italia) è stato dato l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali, la prima rilevazione diretta. . Le onde rilevate sono state generate dalla fusione di due buchi neri, osservata contemporaneamente dai due interferometri di LIGO il 14 settembre scorso.
Le onde gravitazionali, erano state previste esattamente un secolo fa, nel 1916, da Albert Einstein quando illustrò la sua Teoria della relatività generale, di cui costituiscono uno dei capisaldi.
Le onde gravitazionali sono come piccole increspature del tessuto dello spazio-tempo che permea tutto l’universo. Secondo Einstein la gravità stessa è dovuta alla curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa. Le onde gravitazionali sono prodotte dal movimento di corpi dotati di massa nello spazio-tempo
La scoperta dell’esistenza delle onde gravitazionali non è solo una conferma sperimentale della validità della teoria di Einstein, ma rivoluziona e amplia il mondo della fisica e della ricerca cosmologica.
Lo studio del cosmo, finora, è stato realizzato solo attraverso i segnali emessi da stelle e galassie nello spettro elettromagnetico. L’esistenza delle onde gravitazionali apre un mondo nuovo: la possibilità di studiare l’universo (e i misteriosi buchi neri) in modo completamente differente.
A questa impresa collettiva hanno collaborato 1.004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo.

Ecco un contributo per meglio capire le onde gravitazionali, creato con il tool Nearpod:

Le onde gravitazionali il materiale è stato trovato tutto nel web

Il sapere

“….. Il sapere va calato nella storia presente in cui i giovani vivono. Questo è l’imperativo che si presenta a tutti gli insegnati di tutte le materie. E in questo contesto si pongono le relazioni insegnate-allievo e il clima della classe.
Il sapere serve sempre, anche se non necessariamente garantisce un lavoro o il successo.
Forse si è dato troppo valore al lavoro e si è finalizzata la scuola al suo riferimento e al potere economico.
Il sapere è un arricchimento della persona e se il lavoro tiene conto di ciò, allora diventa anche una potenziale disposizione al lavoro e a quella occupazione per cui si è portati. In ogni caso la persona non è riducibile a quello che fa, quella dell’homo faber non è la sola dimensione dell’uomo.
Agire senza pensare e senza cultura, con la logica del profitto, porta  a compiere azioni ritenute produttive anche se rovinano il mondo in senso fisico e in quello delle relazioni umane. La follia del produrre ha intasato la città di auto, di rumore, le ha rese mortifere, le ha ingrandite fino ad ignorare la necessità di uno spazio per vivere e farci dimenticare la vastità dei luoghi, ancora verdi, in cui l’uomo avrebbe potuto insediarsi.
La logica del denaro si è imposta con la connivanza di una scuola che non ha prodotto sapere e non ha insegnato che prima di fare occorre accertarsi di non provocare danni, ora e nel futuro.
Il sapere va sempre considerato un investimento. Occorre dissuadere chi voglia lasciare la scuola per entrare prematuramente in una fabbrica che magari potrà permettergli una moto subito, ma poi si troverà a piedi e per sempre, poichè scoprirà che la povertà non si misura in euro, ma nella mancanza di voglia di sapere.
Finchè il tempo presente dà il potere alla stupidità e celebra il pragmatismo e non il pensiero e la mediazione del sapere, la scuola apparirà come una vera e propria Cenerentola. E certo una società che mette gli insegnati al limite con la dignità di vivere, non ama il sapere” (Lettera ad un insegnante – Vittorino Andreoli)

A noi inseganti tocca il compito di stimolare i nostri alunni ad apprezzare il sapere a capire che quello che si studia lo si fa per sè per crescere culturalmente, compito non facile soprattutto quando una società ci reputa persone che perdono tempo, che lavorano poche ore.
La maggior parte dei bravi insegnti ( e ce ne sono tantissimi) il loro tempo lo impegnao a studiare ad aggiornarsi a preparare lezioni costruire una nuova didattica che sappia stimolare i proprio alunni e li aiuti a crescere, che sappia sfruttare i nuovi strumenti che loro usano.Il bravo insegnate è un portatore di cultura ma anche e soprattutto un educatore, che crede in quello che fa e che ama il suo lavoro.

“Il sapere è della stessa natura della libertà, così come l’ha definita Amartya Sen: riesce ad essere il più potente mezzo per lo sviluppo delle persone, delle impresse, dei territori solo se viene assunto come il fine dello sviluppo stesso”.

La paura ci paralizza

La paura ci mantiene focalizzati più su quello che rischiamo di perdere che sulla voglia di scoprire ciò che possiamo acquisire, ed è quindi paralizzante, parchè vogliamo a tutti i costi controllare ogni avvenimento, e trovare certezze anche dove non esistono.

Giornali, televisione, radio, internet, ci portano a conoscenza di fatti del tutto straordinari, come catstrofi naturali, delitti, sommosse, guerre, emergenze. Queste notizie vengono ripetute più volte nell’arco della giornata e per più giorni, perchè fanno audience. Se ci esponiamo troppo a queste trasmissioni perdiamo il senso della realtà. Le cose belle della vita non fanno notizia, non alzano l’audience e quindi non se ne parla. restiamo così involontariamente focalizzati in situazioni di continua minaccia, nutriamo in noi uno stao d’animo permanete di ansia, paura, preoccupazione.

Tutto questo ostacola i nostri atteggiamenti mentali come la creatività, la scopeta, la sicurezza in sè  e sappiamo che questi sono atteggiamenti vitali essenziali,  è proprio quando viviamo questi stati d’animo che il nostro cervello rilascia la serotonina, che è la sostanza antidepressiva per eccellenza.

Consapevolmente noi ci troviamo a nutrire pensieri ansiogeni totalmente ingiustificati, perchè il pensiero si struttura in base alle emozioni che noi viviamo nel quotidiano.

Cerchiamo di vivere da persone informate dei fatti che succedono intorno a noi ma evitiamo di farne una fonte di interesse primario, cerchiamo si scoprire di più le cose belle che ci stanno attorno per evitare così gli stai di ansia

La statistica

La statistica ai nostri alunni la si può introdurre anche con questa bella poesia di Trilussa

LA STATISTICA

« Sai che d’è la statistica? È ‘na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perchè c’è un antro che ne magna due. »

La matematica

La natura, voi dite, è del tutto inesplicabile senza un dio. In altri termini, per spiegare ciò che capite ben poco, avete bisogno di una causa che non capite affatto. Paul Thiry d’Holbach

La matematica, così come la pittura, la scultura, la musica, la poesia…è un’arte..ma è un’arte sfuggevole ai più, ovvero a chi non vi si addentra armato delle migliori intenzioni, e pronto a sbattervici la testa ripetutamente.. la matematica non si scopre, si inventa, si crea, è uno strumento dell’uomo, eppure, sebbene creazione dell’essere finito “uomo”, spesso e volentieri al suo creatore sfugge..la storia della matematica è piena di esempi di persone che spendono una vita rincorrendo un’intuizione, una congettura, una dimostrazione particolarmente ostica…e questa si rifiuta di lasciarsi addomesticare, di cedere il passo, di firmare la resa..è una lotta intellettuale ed emotiva continua, molti ci hanno rimesso la salute mentale, uno su tutti Cantor, genio senza pari e padre della teoria degli insiemi e dell’algebra dei transfiniti, che dopo aver scritto alcune tra le pagine più importanti della matematica superiore ha concluso la sua esistenza in un manicomio.. si pensi, giusto per riferirsi ad un nome noto anche ai non addetti ai lavori, a john nash, così romanzato nel film che ritrae la sua schizofrenia.. la matematica è in questo senso romantica, perché affascina, cattura, sconvolge… e la sua bellezza ed eleganza non risiedono in una forma puramente estetica nel senso comune del termine, bensì nel sinuoso snodarsi di un ragionamento ben delineato, di un costrutto concettuale accattivante..di un’idea che sa di infinito..ed è per questo che la maggior parte delle persone non può coglierla..non tutti guardano più in là del primo scoglio…diventano le loro colonne d’ercole..e perdono l’opportunità di entrare nell’universo matematica e coglierla come fine a sé stessa e a sé stessi, e perciò non sono in grado di giungere ad apprezzarlo in pieno.

Mi piacerbbe tanto che qualcuno dei mie alunni accettasse che la matematica è un’arte, e magari se ne innamorasse!