Cos’è la matematica

Di per sé è un sistema astratto, un’invenzione dello spirito umano, che come tale nella sua purezza non esiste. È sempre realizzato approssimativamente, ma – come tale – è un sistema intellettuale, è una grande, geniale invenzione dello spirito umano. La cosa sorprendente è che questa invenzione della nostra mente umana è veramente la chiave per comprendere la natura, che la natura è realmente strutturata in modo matematico e che la nostra matematica, inventata dal nostro spirito, è realmente lo strumento per poter lavorare con la natura, per metterla al nostro servizio attraverso la tecnica.
(Benedetto VI – Colloquio con i giovani, 6 aprile 2006)

La funzione del docente

In una scuola in continua evoluzione qual è la funzione del docente?

Una risposta a questa domanda la voglio trovare in questo brano preso da ” Lettera a un insegnante” di Vittorio Andreoli

” Ho un tale rispetto per l’insegnante da chiedere che la scuola gli permetta di esserlo a pieno titolo, che lo aiuti a diventare quel punto di riferimento per la vita dei giovani sempre alla ricerca di miti e di eroi che sovente sono sbiaditi, sciocchi e semmai illuminati dal faro del successo che in poco tempo si spegnerà.
Per insegnare deve imparare anche dai suoi allievi in una circolarità che fa di lui una figura viva dentro il variare della storia: una figura opposta a quella stereotipata, minimalista, di chi vuole ridurre  questo ruolo ad una funzione tecnica di comunicazione fredda, anche se precisa, di nozioni e di dati. Il tutto, invece, deve essere vitalizzato attorno all’allievo e alla classe come insieme di allievi.
Alla scuola spetta il compito di inserire l’allievo dentro la storia e dentro la cultura di un borgo, di una città, di una nazione e del mondo intero.
…. la scuola alleva, insegna a vivere, e la vita non è un’applicazione fredda di un programma, ma la capacità di conoscere le emozioni e i sentimenti e di sapersi realzionare con l’altro-da-se.
… è importante stabilire che la scuola insegna a vivere e dunque a vivere il tempo presente nel luogo dove la scuola si è impiantata ed esercita la propri attività.
Ogni contributo serve a vivere e anche quando si fa riferimento ad una materia apparentemente distaccata dalla vita quotidiana, si deve compiere uno sforzo per collegarla, per similitudine o divergenza,  con il tempo presente”

Convertire file .pps in file .ppt

Quante volte ci è capitato di trovare in rete una bellissima presentazione che ci può essere utile per una spiegazione ma, magari, andrebbe un po’ ritoccatata? Bisognerebbe aggiungere qualcosa, togliere qualche slide…….
purtroppo, però, è salvata in formato .pps, cioè una presentazione in PowerPoint  che parte istantaneamente all’apertura.

Sarà possibile cambiare il formato in .ppt?    Ebbene la cosa è più semplice di quanto sembra!!!

Ecco come fare:
aprite microsoft power point, solo il programma, andate su “file”, “apri” e selezionate il vostro file .pps ed eccolo lì: aperto e modificabile come se fosse un .ppt, a questo punto potete modificarlo e risalvarlo come .pps o cambiargli formato, basta andare in “salva con nome” e in “tipo file” salvare come “presentazione”.

Facile vero ☻

Video Giochi in PowerPoint: POWERPOINTGAME

“Il gioco rappresenta la modalità con la quale il bambino si rapporta a sé stesso, agli altri e alle cose del mondo circostante. Attraverso il gioco viene stimolata l’intelligenza del bambino, esso svolge una funzione importante per imparare a stabilire contatti con gli altri acquisendo regole e stili di comportamento sociale. Attraverso il gioco si esplora il mondo circostante, si ricevono informazioni che poi vengono ricombinate in modo diverso e creativamente.”(Dozza, Loiodice)

“Il gioco è un’azione intelligente, ingegnosa e inventiva nel selezionare i mezzi adatti e nel fare progetti.” (Dewey)

Il gioco può, quindi, essere uno strumento funzionale per aiutare gli allievi a pensare in modo sistematico e finalizzato al raggiungimento di specifici obiettivi. La scuola si deve evolvere verso esperienze in grado di motivare ed ingaggiare i processi di apprendimento.
A questo proposito, i video-giochi possono rappresentare un ambiente ideale dove favorire la sperimentazione, l’apprendimento, l’imparare facendo e il trasferimento di nozioni teoriche in attività pratiche, consentono anche di entrare in percorsi in cui l’allievo è portato a mettersi alla prova.
Portano anche all’acquisizione di un atteggiamento di familiarità con il computer, consentono giochi di fantasia e di realtà virtuale.

Posiamo dire che i videogiochi si inseriscono a pieno titolo nel gruppo dei nuovi strumenti per la didattica perché possiedono le caratteristiche di:

  • Multimedialità/ipermedialità/simultaneità: è l’integrazione di vari linguaggi (parlato, testo scritto, immagini fisse, film, suono) in un unico canale di comunicazione, gestito in modo simultaneo e integrato su computer
  • Interattività : la possibilità di interagire durante la comunicazione; consente la scelta del percorso e la scelta del livello di difficoltà da affrontare
  • Immersività: E’ l’impressione per l’utente di essere “all’interno” di un’esperienza viva e reale, non solo a livello mentale o immaginativo, ma in termini di sensazioni fisiche che vengono lette come credibili dal corpo.

Per gli alunni è però importante non solo giocare utilizzando un videogioco pronto ma perché no…crearne uno!
Oggi nel web si trovano tanti tool che permettono di creare videogiochi con dei semplici click, ma la parte più importante è la progettazione del gioco.

Ecco l’idea proposta agli alunni: Progettare e creare un videogioco utilizzando il semplice PowerPoint ( o gli open)
Abbiamo iniziato la discussione per questo progetto e poi gli alunni si sono divisi in gruppi ed hanno iniziato la progettazione.

Abbiamo creato una scheda dove riportare tutta la progettazione. Hanno fatto schizzi, ipotizzato collegamenti, disegnato sfondi, fatto fotografie, ed infine realizzare il POWERPOINTGAME come lo abbiamo chiamato. Il tutto doveva essere realizzato utilizzando anche gli strumenti di collaborazione in drive.

Abbiamo stabilito la data di consegna, in cui ogni gruppo doveva presentare il proprio POWERPOINTGAME documentare il lavoro fatto.
Devo dire che i risultati sono stati sorprendenti.

Eccoli raccolti in questo Padlet

Per chi volesse cimentarsi in un POWERPOINTGAME può postarlo e condividerlo su questo Padlet previa approvazione.

Vincenti – Perdenti

Le persone che negano l’esperienza di uno sbaglio sbaglio, sono più predisposte a sbagliare di nuovo; riconoscere serenamente e lealmente i propri sbagli, ci aiuta a ripartire con una marcia in più. Un fallimento si può trasformare in un momento di crescita, dove serenamnet mattiamo in discussione i nostri atteggiamenti verso la vita. Nella sconfitta scopriamo le vere amicizie, le persone che ci stanno comunque vicine e ci danno la loro solidarietà. La vita va presa come un gioco in cui ognuno trova le propeie opportunità.

Quando un vincente sbaglia, dice: ’’ho sbagliato’’.
Un perdente dice: non è stata colpa mia.
Un vincente attribuisce i suoi successi alla buona sorte, soprattutto quando non dipendono da essa. 
Un perdente attribuisce le sue sconfitte alla cattiva sorte, sopratutto quando questa non centra affatto.
Un vincente lavora piu sodo di un perdente, eppure dispone di più tempo. 
Un perdente ha sempre ’’troppo da fare’’ per stare dietro i suoi insuccessi.
Un vincente affronta i problemi, un perdente ci gira intorno.
Un vincente dice che gli dispiace e smette. 
Un perdente dice che gli dispiace, e rifà lo stesso errore.
Un vincente rispetta quelli che sono superiori a lui e cerca di imparare da loro.
Un perdente mostra risentimento verso quelli che sono superiori a lui e cerca di denigrarli.
Un vincente vede l’opportunità in ogni difficoltà. 
Un perdente vede la difficoltà In ogni opportunità. 

Onde Gravitazionali

L’11 febbraio 2016 nel corso di una conferenza stampa in contemporanea ai due lati dell’Atlantico, le collaborazioni LIGO (USA) e VIRGO (Francia – Italia) è stato dato l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali, la prima rilevazione diretta. . Le onde rilevate sono state generate dalla fusione di due buchi neri, osservata contemporaneamente dai due interferometri di LIGO il 14 settembre scorso.
Le onde gravitazionali, erano state previste esattamente un secolo fa, nel 1916, da Albert Einstein quando illustrò la sua Teoria della relatività generale, di cui costituiscono uno dei capisaldi.
Le onde gravitazionali sono come piccole increspature del tessuto dello spazio-tempo che permea tutto l’universo. Secondo Einstein la gravità stessa è dovuta alla curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa. Le onde gravitazionali sono prodotte dal movimento di corpi dotati di massa nello spazio-tempo
La scoperta dell’esistenza delle onde gravitazionali non è solo una conferma sperimentale della validità della teoria di Einstein, ma rivoluziona e amplia il mondo della fisica e della ricerca cosmologica.
Lo studio del cosmo, finora, è stato realizzato solo attraverso i segnali emessi da stelle e galassie nello spettro elettromagnetico. L’esistenza delle onde gravitazionali apre un mondo nuovo: la possibilità di studiare l’universo (e i misteriosi buchi neri) in modo completamente differente.
A questa impresa collettiva hanno collaborato 1.004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo.

Ecco un contributo per meglio capire le onde gravitazionali, creato con il tool Nearpod:

Le onde gravitazionali il materiale è stato trovato tutto nel web

Il sapere

“….. Il sapere va calato nella storia presente in cui i giovani vivono. Questo è l’imperativo che si presenta a tutti gli insegnati di tutte le materie. E in questo contesto si pongono le relazioni insegnate-allievo e il clima della classe.
Il sapere serve sempre, anche se non necessariamente garantisce un lavoro o il successo.
Forse si è dato troppo valore al lavoro e si è finalizzata la scuola al suo riferimento e al potere economico.
Il sapere è un arricchimento della persona e se il lavoro tiene conto di ciò, allora diventa anche una potenziale disposizione al lavoro e a quella occupazione per cui si è portati. In ogni caso la persona non è riducibile a quello che fa, quella dell’homo faber non è la sola dimensione dell’uomo.
Agire senza pensare e senza cultura, con la logica del profitto, porta  a compiere azioni ritenute produttive anche se rovinano il mondo in senso fisico e in quello delle relazioni umane. La follia del produrre ha intasato la città di auto, di rumore, le ha rese mortifere, le ha ingrandite fino ad ignorare la necessità di uno spazio per vivere e farci dimenticare la vastità dei luoghi, ancora verdi, in cui l’uomo avrebbe potuto insediarsi.
La logica del denaro si è imposta con la connivanza di una scuola che non ha prodotto sapere e non ha insegnato che prima di fare occorre accertarsi di non provocare danni, ora e nel futuro.
Il sapere va sempre considerato un investimento. Occorre dissuadere chi voglia lasciare la scuola per entrare prematuramente in una fabbrica che magari potrà permettergli una moto subito, ma poi si troverà a piedi e per sempre, poichè scoprirà che la povertà non si misura in euro, ma nella mancanza di voglia di sapere.
Finchè il tempo presente dà il potere alla stupidità e celebra il pragmatismo e non il pensiero e la mediazione del sapere, la scuola apparirà come una vera e propria Cenerentola. E certo una società che mette gli insegnati al limite con la dignità di vivere, non ama il sapere” (Lettera ad un insegnante – Vittorino Andreoli)

A noi inseganti tocca il compito di stimolare i nostri alunni ad apprezzare il sapere a capire che quello che si studia lo si fa per sè per crescere culturalmente, compito non facile soprattutto quando una società ci reputa persone che perdono tempo, che lavorano poche ore.
La maggior parte dei bravi insegnti ( e ce ne sono tantissimi) il loro tempo lo impegnao a studiare ad aggiornarsi a preparare lezioni costruire una nuova didattica che sappia stimolare i proprio alunni e li aiuti a crescere, che sappia sfruttare i nuovi strumenti che loro usano.Il bravo insegnate è un portatore di cultura ma anche e soprattutto un educatore, che crede in quello che fa e che ama il suo lavoro.

“Il sapere è della stessa natura della libertà, così come l’ha definita Amartya Sen: riesce ad essere il più potente mezzo per lo sviluppo delle persone, delle impresse, dei territori solo se viene assunto come il fine dello sviluppo stesso”.

La Speranza

Quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente.
La prima diceva: “IO SONO LA PACE,ma gli uomini non mi vogliono:penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi!” Così fu. A poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente. La seconda disse: “IO SONO LA FEDE, ma purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me, non ha senso che io resti accesa”.
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense. Triste triste, la terza candela a sua volta disse:”IO SONO L’AMORE non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano E non comprendono la mia importanza.Troppe volte preferiscono odiare!”E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

…Un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente.
“Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese,io ho paura del buio!” E così dicendo scoppiò in lacrime. Allora la quarta candela, impietositasi disse:”Non temere, non piangere:finchè io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele:IO SONO LA SPERANZA” Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime,il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre.

CHE NON SI SPENGA MAI LA SPERANZA DENTRO IL NOSTRO CUORE…e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo,capace in ogni momento di riaccendere con la sua Speranza, la FEDE, la PACE e l’AMORE.

La paura ci paralizza

La paura ci mantiene focalizzati più su quello che rischiamo di perdere che sulla voglia di scoprire ciò che possiamo acquisire, ed è quindi paralizzante, parchè vogliamo a tutti i costi controllare ogni avvenimento, e trovare certezze anche dove non esistono.

Giornali, televisione, radio, internet, ci portano a conoscenza di fatti del tutto straordinari, come catstrofi naturali, delitti, sommosse, guerre, emergenze. Queste notizie vengono ripetute più volte nell’arco della giornata e per più giorni, perchè fanno audience. Se ci esponiamo troppo a queste trasmissioni perdiamo il senso della realtà. Le cose belle della vita non fanno notizia, non alzano l’audience e quindi non se ne parla. restiamo così involontariamente focalizzati in situazioni di continua minaccia, nutriamo in noi uno stao d’animo permanete di ansia, paura, preoccupazione.

Tutto questo ostacola i nostri atteggiamenti mentali come la creatività, la scopeta, la sicurezza in sè  e sappiamo che questi sono atteggiamenti vitali essenziali,  è proprio quando viviamo questi stati d’animo che il nostro cervello rilascia la serotonina, che è la sostanza antidepressiva per eccellenza.

Consapevolmente noi ci troviamo a nutrire pensieri ansiogeni totalmente ingiustificati, perchè il pensiero si struttura in base alle emozioni che noi viviamo nel quotidiano.

Cerchiamo di vivere da persone informate dei fatti che succedono intorno a noi ma evitiamo di farne una fonte di interesse primario, cerchiamo si scoprire di più le cose belle che ci stanno attorno per evitare così gli stai di ansia

La statistica

La statistica ai nostri alunni la si può introdurre anche con questa bella poesia di Trilussa

LA STATISTICA

« Sai che d’è la statistica? È ‘na cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perchè c’è un antro che ne magna due. »